Dr. Giuliano Marsili

Medicina Estetica a Roma Nomentano

Riscopri l’energia del tuo sorriso.

Ti sei mai divertito su una poltrona odontoiatrica?
Non credo, ma io riesco a strappare sorrisi anche a chi di denti non ne ha, per poi dargliene di nuovi. Infatti l’unica cosa che ti posso assicurare attraverso questa breve introduzione sono empatia, risate e totale assenza di dolore. Se sarai interessato, ti aiuterò a conoscere meglio i tuoi denti, riducendo forse la tua paura del dentista.
Non ritengo etico dire su internet di essere un bravo professionista e lascerò quindi parlare le immagini dei miei risultati, le recensioni dei miei pazienti e proverò a farti capire il mio modo di lavorare attraverso i miei video che troverai a seguire.
Buona visione!

Dr Marsili - Ortodonzia e Medicina Estetica Roma e Viterbo

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Via Giorgio Baglivi, 5/e

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Ortodonzia
trasparente a Roma Nomentano

Atraumatiche, invisibili e adatte ad ogni età, le mascherine trasparenti sono la soluzione ideale per tutti gli adulti che hanno bisogno di riallineare i propri denti ma non sopportano l’idea dell’apparecchio tradizionale. Ricorda che non solo migliorano l’estetica, ma rendono la detersione del cavo orale molto più semplice una volta finita la terapia. Chiamaci per capire perché!

Medicina
estetica a Roma Nomentano

Dalle biorevitalizzazioni al botox, dall’acido ialuronico agli ultrasuoni. Vieni a scoprire quanto è vasta questa branca della medicina e quanto si possa fare con o senza aghi, per volumizzare, liftare o migliorare la texture della tua pelle.

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Casi prima e dopo

Indicazioni
Una carie può essere evidenziata in vari modi:
-all’esame obiettivo: nel momento in cui si notano solchi/punti neri o aloni al di sotto dello smalto
radiograficamente (punti di radiotrasparenza)
In questi casi l’otturazione è indicata sia in presenza che in assenza di dolore, per evitare che il processo carioso diventi destruente.

Altri casi in cui l’otturazione può essere indicata sono:
frattura di margini dentali (es: incisivi spezzati)
Sigillature di solchi molto profondi ( in questo caso ci riferiamo ai solchi occlusali di molari e premolari, quelle fossette che in alcuni individui sono molto profonde e inducono più facilmente l’accumolo di placca)
Rifacimento di otturazioni troppo vecchie o rovinate (prevenzione)

Intervento
La procedura di rimozione carie e otturazione prevede le seguenti fasi:
anestesia: il paziente non deve sentire assolutamente nulla durante questo tipo di procedura; se così non fosse può interrompere l’operazione e chiedere di rinforzare l’anestesia.
rimozione della carie ed esposizione della dentina sana; la rimozione viene effettuata con vari tipi di frese adatte al singolo caso, mentre la presenza di dentina sana viene verificata con gli strumenti manuali ( escavatori). In questo modo l’odontoiatra è sicuro di aver massimizzato la potenziale durata della cura.
otturazione per strati: la resina composita viene depositata nella cavità strato per strato, in maniera tale da ridurre il rischio di infiltrazione e minimizzare gli stress dentali post intervento

Rifinitura
A volte, in casi di urgenza o procedure molto lunghe l’intervento può essere diviso in più sedute

Se la carie diventa troppo grande, la semplice otturazione non è sufficiente a sostenere i carichi masticatori e diventa necessario un altro tipo di trattamento, la capsula (descritta più avanti).

Se la carie, indipendentemente dalla propria grandezza, si avvicina troppo allo strato più interno (polpa) dell’elemento curato, l’operatore è costretto a devitalizzare il dente, al fine di evitare successive sensibilizzazioni, pulpiti o necrosi dell’elemento trattato.

Tipi di otturazione

Otturazione in amalgama, poco estetica, molto durevole (8-13 anni)

Otturazione in composito, molto estetica, meno durevole dell’amalgama (5-8 anni)

Può essere consigliabile sostituire le otturazioni una volta superati questi limiti temporali, per evitare successive infiltrazioni.

… un’alternativa all’otturazione…
Quando la carie erode più di un terzo della superficie totale del dente, si può optare per un intarsio: il concetto è il medesimo dell’otturazione dentale, ma in questo caso viene presa un impronta di precisione della porzione di dente mancante che verrà poi riprodotta in laboratorio dal tecnico. Date le sue modalità di realizzazione l’intarsio può dare risultati più precisi ed esteticamente più validi di quelli ottenibili con la classica otturazione, tuttavia ha anche dei costi più elevati.

Indicazioni
La cura canalare è indicata nelle seguenti situazioni:
-dolore da pulpite irreversibile: se stimoliamo termicamente il dente (batuffolino ghiacciato) il dolore permane per diverso tempo anche quando lo stimolo viene rimosso.
-carie che invade o arriva molto vicino alla polpa
-sensibilizzazione post intervento (es: capsula, otturazione ecc…..)

Intervento
La procedura prevede i seguenti passaggi:
-apertura di camera: si “buca” il dente per arrivare alla camera pulpare.
-misurazione lunghezza canale/i
-alessaggio e disinfezione: si puliscono i canali grazie a strumenti rotanti e agenti disinfettanti.
-otturazione canalare
-otturazione provvisoria della corona del dente

In una cura canalare, ciò che è determinante per il successo, è la disinfezione totale del canale. Una volta fatto ciò, è poi importante sigillare completamente i canali curati con i materiali appositi (guttaperca).
Nel caso dovessero comparire recidive il dente può essere ritrattato con una nuova cura canalare o un apicectomia.

Indicazioni
La capsula viene proposta come cura per denti molto cariati, o devitalizzati, o fratturati. Come già detto la capsula permette uno scarico omogeneo delle forze ed evita che la struttura residua possa ricevere danni irreparabili, aumentando al massimo i margini di sopravvivenza dell’elemento.

Intervento
1) Attraverso l’utilizzo di una turbina viene eliminato lo strato più esterno del dente, ottenendo quello che viene comunemente denominato moncone.
2) si procede alla realizzazione di un provvisorio in resina, ossia una capsula temporanea e poco estetica che ci servirà a proteggere il dente tra una seduta e l’altra
3) presa dell’impronta; questo passaggio può avvenire in prima seduta insieme al fresaggio del dente o in seconda seduta.
4) consegna e rifinitura della protesi.

Tipi
-capsula provvisoria
-capsula in zirconia o metallo ceramica
-cementazione
-molaggio selettivo/rifinitura

Procedure
Ci sono due tipi diversi di trattamento:
-con limatura del dello smalto
-senza limatura dello smalto (possibile solo in quei casi dove l’anatomia dentale permette una buona e naturale ritenzione)

1) nel primo caso viene calcolata la porzione di smalto da rimuovere (non oltre gli 0,8 millimetri di spessore) e si procede al molleggio del dente. Una volta raggiunte le giuste dimensioni viene presa un’impronta di precisione e applicati dei provvisori.
Nell’appuntamento successivo verranno invece applicate le faccettate definitive prodotte in laboratorio.
Per la cementazione potrebbero essere necessari più appuntamenti poiché, vista l’estrema precisione richiesta, a volte servono delle piccole rifiniture.

2) nel secondo caso si presuppone che l’anatomia del paziente permetta di posizionare le faccette anche senza molare i denti coinvolti. La fresatura infatti è necessaria non solo per ottenere le giuste condizioni di riallineamento ma anche per avere una buona ritenzione ed evitare il distacco dopo l’applicazione. Se per esempio abbiamo dei grossi diastemi questo lavoro può non essere necessario e possiamo quindi direttamente prendere l’impronta. I passaggi successivi sono gli stessi del primo caso.

INDICAZIONI
Viene effettuata se:
-In radiografia si evidenzia un livello basso dell’osso
-solchi profondi (>3mm) rilevati durante il sondaggio. Quest’ultimo viene effettuato durante la prima visita attraverso l’inserimento di una sonda millimetrata in tutti i solchi gengivali.

INTERVENTO
L’iter terapeutico prevede di effettuare prima una o due sedute a cielo chiuso, quindi non chirurgico, tentando di ripulire le superfici e restituire ai tessuti circostanti le normali condizione di salute. Si attendono solitamente due mesi per poter osservare i benefici ottenuti dalla terapia. I benefici suddetti consistono in una riduzione del gonfiore delle gengive e in una diminuzione della dimensione del solco, che deve tornare a livelli fisiologici. Purtroppo a volte, dalla guarigione del parodonto, risulta un’evidente retrazione gengivale, esteticamente non gradevole per il paziente.

Nei siti in cui non si è ottenuto un risultato soddisfacente (la profondità dei solchi è ancora superiore a 3mm), si ripete la stessa procedura ma a cielo aperto.
Se il paziente presenta fin dall’inizio una grande quantità di siti molto profondi (oltre i 5 mm), si può anche decidere di effettuare direttamente il trattamento chirurgico, visto che quello a cielo chiuso risulterebbe quasi sicuramente inutile.

Tipi di courettage
a cielo chiuso: la courette (lo strumento manuale utilizzato per ripulire la superficie del dente ) viene inserita nel solco gengivale alla cieca; ciò che guida il dottore nella pulizia è la sensazione di ruvidità superficiale (ruvido=sporco, liscio= pulito).
A cielo aperto: la gengiva viene incisa e scollata in maniera tale da poter vedere con occhio la lacuna ossea e la superficie radicolare. In questo modo le superfici vengono pulite con maggiore sicurezza anche nei punti più profondi.

I denti che a distanza di mesi dopo il trattamento risultano ancora molto mobili o non hanno recuperato una quantità sufficiente di supporto osseo sono candidati all’estrazione.

INDICAZIONI
Un elemento dentale va estratto i caso di
-decoronamento totale (totale mancanza della corona del dente)
-presenza di grandi ascessi in zone apicali o pararadicolari che compromettono la stabilità del dente.
-fratture longitudinali
-eccessivo riassorbimento dell’osso alveolare
-movimento verticale

I denti estratti possono poi essere rimpiazzati con protesi fissa (impianti, ponti) o mobile (farfalle, protesi parziali, scheletrati)

Tipi di estrazione
Estrazione semplice: in lastra è evidente un’anatomia radicolare e ossea che permetterà una tranquilla fuoriuscita dell’elemento. L’elemento deve essere inoltre completamente erotto e non coperto da osso o gengiva. Non devono essere presenti contiguità con strutture nobili (es: arterie, nervi)

Estrazione complessa: un estrazione diviene complessa nel momento in cui è presente una delle condizioni descritte prima

Dopo l’estrazione, si può decidere di adottare una tecnica di socket preservetion (conservazione alveolare) atta a ridurre al minimo la quota di riassorbimento post estrattivo e massimizzare il risultato estetico di un’eventuale terapia implantare riabilitativa. La socket preservation consiste nell’utilizzo di membrane e sostituti ossei per “assistere” il coagulo alveolare nella sua trasformazione in osso maturo.

Tecnica atraumatica
Che si tratti di un’estrazione semplice o complessa, può essere adottata una tecnica atraumatica. Tale tecnica prevede dei passaggi e dei movimenti che rendono la procedura più lunga ma più confortevole per il paziente. Verrà percepita di meno la sensazione di movimento del dente e si riduce al minimo il dolore post operatorio. Il ridotto traumatismo per i tessuti circostanti si traduce inoltre in un ridotto riassorbimento dell’osso alveolare massimizzando le possibilità di un eventuale chirurgia impiantare.

Preservazione dell’alveolo (pocket preservation)
Per evitare il riassorbimento post-estrattivo dell’osso alveolare, oltre alla tecnica atraumatica può essere applicato il principio di socket preservation. Viene utilizzato dell’osso eterologo per riempire l’alveolo, in maniera tale da aiutare il coagulo sanguigno a differenziarsi e trasformarsi in nuovo osso. In questo modo, a guarigione terminata, avremo un alveolo più alto e robusto in grado di garantire un’estetica maggiore in caso di terapia implantare.

Condizioni particolari: i denti del giudizio
I denti del giudizio purtroppo rappresentano un caso a parte. Come molti di voi sapranno, vengono spesso estratti invece di essere trattati in altra maniera. Questo perché sono denti quasi sempre non masticanti (anche se in occlusione corretta la lingua non spinge il cibo in quella direzione) e sono quasi sempre caratterizzati da una scarsa detersione, non per colpa del paziente ma per la loro posizione. Di conseguenza quando si rileva una carie o una pulpite su uno di questi denti, spesso si opta per l’estrazione poiché il tasso di recidiva è molto elevato. Si preferisce salvare questi denti solo quando si nota una mancanza del secondo molare; in questo caso l’ottavo tende a mesializzarsi (venire in avanti) e diventa un valido appoggio per una protesi fissa oltre ad essere più detergibile.
Tuttavia, indipendentemente dallo stato di salute di uno o più denti del giudizio, ci sono molte ragioni per cui questi elementi possono essere estratti anche se completamente integri.
Tali ragioni sono
–       Presenza di tasche posteriori molto profonde con associate infiammazioni ricorrenti delle stesse (e quindi fastidi/dolori). In questi casi il dolore può essere provvisoriamente rimosso attraverso una cura antibiotica locale, ma senza l’estrazione il fastidio è destinato a tornare.
–       Progressiva eruzione data dalla mancanza dell’antagonista (è questo il motivo per cui se viene rimosso l’inferiore, solitamente si va a rimuovere anche il superiore).
–       Disodontiasi con appoggio della corona sulla radice del secondo molare (in questo caso è importante rimuovere il dente del giudizio dato che tale condizione porta in maniera più o meno veloce a una carie radicolare del settimo, costringendo poi all’estrazione di entrambi gli elementi).
–       Carie o pulpite: come già detto si tratta quasi sempre di un dente non masticante o difficilmente detergibile, quindi ottura o devitalizzare un dente del giudizio rappresenta un dispendio di energie e denaro inutile per il paziente.

Indicazioni
Una protesi implantare è sempre indicata dopo l’estrazione o la perdita accidentale di un elemento dentale. Le possibilità di sostituire l’elemento sono inoltre nettamente maggiori se il tempo intercorso dalla perdita del dente risultano minime; questo perché l’osso alveolare, in mancanza di stimoli masticatori/meccanici, si riassorbe perdendo il volume necessario ad accogliere la protesi fissa.

Intervento
L’inserimento di un impianto si divide in più appuntamenti.

1 appuntamento
Dopo aver atteso un tempo adeguato e aver verificato radiologicamente che la consistenza dell’osso sia adeguata, viene aperto il lembo chirurgico e inserito l’impianto. Quest’ultimo viene chiuso con una vite tappo e ricoperto dal lembo.
Durata 20-30 minuti

2 appuntamento
Una volta attesi 3-4 mesi per garantire una corretta osteointegrazione, viene scoperto nuovamente l’impianto e la vite tappo viene sostituita da una vite di guarigione. Questa serve a dare una forma adeguata alla gengiva che circonderà il dente.

3 appuntamento
Viene presa l’impronta di precisione

4 appuntamento
La capsula definitiva viene montata sull’impianto

Nel caso si vada ad optare per un trattamento a carico immediato il terzo appuntamento viene integrato nel secondo, e si evita l’attesa di 4 mesi.

Indicazioni
1 elemento: può essere raccomandato un ponte a “farfalla” (Maryland). Si tratta di un dente con delle “alette” che vengono saldate ai denti contigui.
Se questi ultimi sono devitalizzati, può essere consigliato anche un ponte (protesi fissa), viste tutte le premesse fatte precedentemente.

Elementi multipli: viene consigliato uno scheletrato o una protesi parziale in resina. Entrambe vanno a sostituire tutti gli elementi persi. Se il paziente dovesse perdere altri elementi, questi possono essere aggiunti alla protesi già fatta.

Protesi totate, viene consigliata se si perdono tutti gli elementi e se non c’è possibilità di fare una protesi su impianti

*che si tratti di una protesi totale o parziale, tutte le protesi mobili in resina devono essere ribasate: la ribasatura è un procedimento che permette di riadattare il profilo della resina a quello gengivale. Si tratta di un passaggio necessario ogni 1-2 anni; l’osso alveolare edentulo infatti, cambia piano piano la propria forma e la protesi può non aderire più bene; la masticazione con una protesi instabile può causare ulcere gengivali molto fastidiose per il paziente, che deve appunto provvedere a far ribasare periodicamente la propria protesi.

La realizzazione del dispositivo è semplice: una volta presa l’impronta, il tecnico fabbrica il bite in laboratorio. Sarà poi l’odontoiatra negli appuntamenti successivi a bilanciare l’occlusione per riprodurre un equilibrio occlusale.

Visita e appuntamenti
Se il paziente ritiene di avere un disagio estetico-ortodontico o se l’affollamento dentale risulta essere un problema per l’igiene orale, l’invisalign può essere la soluzione più adatta e semplice.
La terapia segue questo iter:

1 visita
Durante la prima visita si effettua la scannerizzazione della bocca del paziente. Viene generato un modello tridimensionale della dentatura e successivamente una simulazione del risultato ottenibile dalla terapia. In questo modo si può valutare con cura il beneficio ottenibile. Se la terapia viene accettata, il modello viene mandato in produzione e le mascherine saranno pronte nel giro di due settimane.

2 appuntamento
Durante il secondo appuntamento vengono applicati dei pin ritentivi sui denti indicati nel piano di trattamento. I pin sono delle piccole applicazioni di composito che permettono alla mascherina di avere una ritenzione adeguata sugli elementi da spostare/ruotare. Vengono successivamente effettuate delle manovre di stripping (abrasione interdentale), utili a recuperare lo spazio necessario ad accogliere tutti i denti una volta allineati. Difatti i denti sono spesso accavallati a causa di una discrepanza tra la lunghezza dell’arco mascellare e la somma delle dimensioni latero-laterali dei denti. Tali manovre si stripping non vanno mai ad abradere uno spessore maggiore di 0,25 mm per superficie dentale.
Infine vengono consegnate le prime mascherine.

Gli appuntamenti successivi e le altre mascherine vengono dati a seconda delle necessità del singolo caso. L’intero trattamento una durata variabile tra i 3 e i 18 mesi.

A fine trattamento vengono rimossi i pin presenti sui denti e vengono consegnate le mascherine di mantenimento da indossare durante la notte. Se il paziente preferisce, per l’arcata inferiore si può effettuare uno splintaggio.

INDICAZIONI
Lo splintaggio è indicato principalmente in due casi:
Movimento parodontale del gruppo anteriore
Stabilizzazione ortodontica

Indicazioni
In generale, è raccomandabile fare l’ablazione del tartaro ogni 6 mesi-1 anno, per eliminare non solo il tartaro visibile, ma anche microaccumuli sottogengivali che verosimilmente il paziente non può vedere e che risultano essere i più dannosi. Viene inoltre consigliata prima di un qualsiasi intervento chirurgico o protesico.
In quei soggetti con elevata velocità di accumulo di tartaro o con predisposizione a malattie parodontali la pulizia dei denti può essere consigliata anche una volta ogni 3 mesi.

Intervento
Consiste nel far scorrere la punta dell’ablatore (attivo) all’interno del solco gengivale e negli spazi interdentali, sfruttando le vibrazioni dell’ablatore stesso per sgretolare il tartaro adeso alle superfici.
Può rivelarsi una procedura dolorosa se le gengive presentano infiammazione; l’infiammazione gengivale può essere causata da una scarsa igiene (per questo viene consigliato di rispettare i periodi di intervallo tra le visite per ablazione), da gravidanza o dall’ assunzione di determinati farmaci. In tali situazioni può essere richiesto, a discrezione del paziente, l’utilizzo dell’anestesia.

La durata può variare dai 10 ai 50 minuti a seconda della quantità di tartaro.
In casi estremi può richiedere anche più sedute.

A fine seduta le superfici dentali vengono spazzolate con un dentifricio ad utilizzo professionale (polish), in maniera tale da rimuovere le macchie causate da sostanze pigmentanti come caffè o fumo.

Tipi di ablazione
Per adesso abbiamo parlato solo della pulizia sopragengivale, ma abbiamo anche menzionato infiammazione/gonfiore gengivale e malattie parodontali; è in questi casi che il solco gengivale può risultare più profondo del normale e necessitare di procedure diverse per raggiungere una pulizia adeguata. Le procedure di cui stiamo parlando sono il courettage a cielo aperto e a cielo chiuso, che descriveremo più avanti.

Purtroppo alcune persone, in particolare chi richiede una terapia domiciliare, esagera nell’applicazione di questi materiali. Queste persone arrivano ad avere sensibilità dentale e una demineralizzazione non recuperabile dello smalto, fattori per cui molti hanno paura di questo trattamento.
È quindi importante precisare che se svolto in maniera oculata, lo sbancamento risulta essere sicuro ed efficace, mentre un overtreatment può effettivamente diventare pericoloso.

Indicazioni
Lo sbancamento viene indicato nelle seguenti situazioni
colore non uniforme tra i vari elementi
Discromie sul singolo elemento
Colore uniforme ma non gradevole per il paziente

Tipi
sbiancamento domiciliare: svolto con delle mascherine fatte su misura e applicate durante la notte con un materiale a bassa concentrazione (10-16%)
4-8 ore

sbiancamento in poltrona: svolto direttamente dall’odontoiatra con un materiale ad alta concentrazione (35-40%)
20-40 minuti